martedì 22 maggio 2012

Tertium non datur

La notte scorsa ho sognato che ero incinta del terzo figlio, e mi sono svegliata con un senso di angoscia infinita... anche nel sogno ero angosciata e non sapevo come dirlo a Lui, e ai piccoli, ma soprattutto non sapevo come l'avrei affrontata.
Un terzo figlio non possiamo proprio permettercelo: non abbiamo i soldi, la casa è troppo piccola, la gestione, già con due precaria, sarebbe impossibile.
Ma soprattutto, considerando che ai tempi ci avevano detto che non potevano averne nemmeno uno, e che, vista la nostra mappa genetica, era meglio adottarli, i figli, che giocare con la statistica, non possiamo assumerci la responsabilità di rischiare per la terza volta.
La prima volta c'è stata l'incoscienza.
La seconda c'era la luna piena.
Alla terza non avremmo più scuse, e se fosse la volta sbagliata, non ce lo perdoneremmo mai.
Anche perchè, davvero, non so se lo reggerei di nuovo tutto l'iter.
Guardare l'ecografia e non poter nemmeno gioire, far finta di nulla per settimane fino alla villocentesi, stendersi su quel lettino, chiudendo gli occhi e pregare che quel piccolo prelievo dia il responso giusto.
E poi aspettare una settimana a far finta di non vedere il telefono e a sussultare a ogni suo squillo... e sentire quella pausa nella voce dall'altra parte per capire se la notizia è quella buona, anche stavolta...
No, non ce la farei di nuovo... anche se mi sembra che le due gravidanze siano volate e che non mi sia goduta nulla, di nessuna delle due... anche se mi viene la malinconia a pensare che il mio tempo è passato e che non potrò più essere incinta... anche se guardo Chicco e mi sorprendo a pensare con tristezza che è l'ultima volta che vedrò un cucciolo di uomo cominciare a camminare e a parlare... l'ultima volta che qualcuno mi guarderà ancora con quegli occhioni sgranati di chi ancora ti considera il suo unico punto di riferimento.



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